Quick-commerce: la promessa della velocità tra aspettative, costi e realtà logistica

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Quick-commerce per ottimizzare la tua logistica

Negli ultimi anni, il concetto di “quick-commerce” è diventato sinonimo di consegne ultra-rapide: ordini evasi e recapitati al cliente nel giro di poche ore, a volte addirittura in meno di 60 minuti. Si tratta di un modello nato inizialmente nel mondo food & grocery, ma che ha iniziato a contaminare anche altri settori e-commerce, soprattutto dopo il 2020. La pandemia, nel mondo della logistica, è stata infatti un volano di accelerazione e di cambiamento i cui effetti sono ancora oggi difficili da quantificare.  

Fenomeno a parte, la domanda, a questo punto, è lecita: ha davvero senso per un e-commerce generalista adottare questa logica? O si tratta di un boomerang, tanto ambizioso quanto insostenibile? 

Il quick-commerce risponde a un bisogno chiaro: l’immediatezza. I clienti digitali, abituati a tempi di risposta rapidi in ogni contesto, cominciano a pretendere lo stesso livello di servizio anche nella logistica. Secondo uno studio Uber Direct e Ipsos, l’88% dei clienti considera la rapidità di consegna un criterio di acquisto decisivo, e il 49% degli e-consumatori abituali si aspetta la consegna in giornata*. 

Tuttavia, trasformare questa aspettativa in realtà è tutt’altro che banale. Per un e-commerce, accelerare i tempi di consegna richiede un cambiamento strutturale nella gestione dei flussi, nell’organizzazione del magazzino, nel network dei trasporti e nel rapporto con i corrieri. Non basta un bottone “consegna express” nel checkout. 

I costi, in primis, sono un nodo critico. Garantire la consegna nello stesso giorno o entro un’ora significa gestire giacenze prossime al cliente, aumentare il numero di spedizioni giornaliere, disporre di magazzini urbani o micro-hub, potenziare l’ultimo miglio. Tutto questo genera un incremento dei costi logistici e operativi che rischia di erodere i margini — soprattutto se non supportato da un pricing adeguato. Come abbiamo evidenziato nel nostro precedente articolo sulla logistica predittiva, la gestione dell'inventario basata sui dati è fondamentale per garantire la disponibilità dei prodotti. Il quick commerce può avere successo solo se supportato da sistemi di previsione accurati che anticipano la domanda prima che si verifichi. 

Inoltre, la sostenibilità ambientale può diventare un tema delicato. La logica dell’“uno, subito, ovunque” spesso comporta viaggi frammentati, basse saturazioni dei mezzi, e un aumento complessivo dell’impatto ambientale. È un aspetto che molti consumatori iniziano a valutare, specialmente nelle fasce più sensibili al tema ESG. 

Infine, c’è il nodo delle aspettative. Offrire un servizio ultra-rapido significa anche essere certi di poterlo rispettare. Una promessa disattesa, in questo ambito, pesa più di una consegna standard arrivata in ritardo. Serve quindi una struttura capace di sostenere davvero questo livello di servizio, senza sbavature.

 

E allora, vale la pena investire in modelli di quick-commerce? 

Dipende dal settore, dalla base clienti e dalla geografia. In ambiti come la cosmetica, l’elettronica di consumo o i ricambi auto, la consegna veloce può essere un forte vantaggio competitivo, ma deve essere implementata in modo graduale, su territori selezionati e con un occhio attento all’equilibrio tra promesse e costi. 

Una soluzione più prudente può essere quella di introdurre opzioni differenziate, dando al cliente la possibilità di scegliere tra consegna standard o express, con pricing chiari e SLA trasparenti. In questo modo, si intercettano bisogni diversi senza compromettere la sostenibilità del modello. 

 

I benefici (reali) del quick-commerce, se ben progettato: 

  • Maggiore conversione: un'opzione di consegna rapida può ridurre l’abbandono del carrello, soprattutto in acquisti urgenti.
  • Fidelizzazione: la puntualità rafforza la fiducia del cliente e aumenta le probabilità di riacquisto.
  • Posizionamento competitivo: differenziarsi dai concorrenti su un servizio spesso critico può creare un vantaggio duraturo.
  • Effetto wow: un ordine arrivato “prima del previsto” resta impresso e può generare passaparola positivo.

Insomma, il quick-commerce non è una strada obbligata per tutti, ma può diventare una leva strategica se affrontata con realismo. Serve un’infrastruttura logistica solida, una tecnologia che supporti il controllo in tempo reale, e un partner in grado di offrire flessibilità operativa senza perdere di vista l’equilibrio economico.

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